Finanziamenti per avviare una Start-up : Dl Sviluppo 2.0

Piero IO DL Sviluppo 2.0, Finanziamenti Leave a Comment

Dl Sviluppo 2.0

Entra in scena la startup. Il palcoscenico è il panorama legislativo italiano, che finora non contemplava il concetto di neo-impresa innovativa. E già questo è indice del ritardo italico in materia di innovazione e nuovi modelli di business. Poi è arrivato il decreto sviluppo 2.0, e qualcosa è cambiato. Ma basterà?

 

Start-up innovativa: cos’è?

Partiamo dalle definizioni. Il dl sviluppo 2.0 introduce il concetto di start-up innovativa, chiarendo cosa si intende con questo termine, new entry della legislazione italiana. All’articolo 25 del decreto si legge: “società di capitali, costituita anche in forma di cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”. Fin qui tutto bene. Ora, i requisiti:

  • la maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria deve essere detenuto per almeno il 51% da persone fisiche. Ecco la prima ombra del decreto, che con questo 51%, nato per evitare il fenomeo delle “scatole cinesi”, tende ad escludere dal capitale sociale della start-up quelle società già forti sul mercato, che difficilmente saranno disposte ad investire in qualità di azionisti di minoranza;
  • la società deve essere costituita e operare da non più di quarantotto mesi;
  • deve avere la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
  • il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro;
  • non deve distribuire o aver distribuito utili;
  • deve avere quale oggetto sociale esclusivo, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
  • non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Accanto alle startup, il decreto definisce anche i loro “padri”, gli incubatori: società di capitali di diritto italiano che offrono servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative.

Risorse e incentivi

Passiamo al lato puramente economico. Il decreto sviluppo 2.0 mette subito a disposizione delle imprese innovative circa 200 milioni di euro, provenienti un po’ dai fondi stanziati sotto forma di incentivi e un po’ da quelli messi a disposizione dal Fondo italiano investimenti della Cassa depositi e prestiti. Ma tale stanziamento è destinato ad aumentare, e ulteriori risorse saranno destinate alle nuove imprese attive nel Mezzogiorno. E appena entrata a regime, la norma relativa alle start-up impegnerà circa 110 milioni di euro l’anno. Buone notizie per gli startupper, quindi.

Sempre sul fronte degli incentivi a favore delle neoimprese, per gli anni 2013, 2014 e 2015 è consentito alle persone fisiche e giuridiche rispettivamente di detrarre o dedurre dal proprio reddito imponibile una parte delle somme investite in imprese start-up innovative, sia direttamente che attraverso fondi specializzati.

Crowdfunding nel panorama legislativo italiano

Poi c’è un altro capitolo importante, quello della raccolta dei capitali di rischio, per i quali viene introdotta una disciplina apposita attraverso portali online dedicati e dando avvio a quella che, nella legislazione italiana viene definita “una modalità innovativa di raccolta diffusa di capitale”, ma che in altre parti del mondo è largamente diffusa, il crowdfunding.

E in materia di raccolta di capitali di rischio da parte delle start-up innovative, entra in ballo la Consob. In attuazione delle indicazioni normative per regolamentare il finanziamento delle startup, infatti, l’authority ha avviato prima una preconsultazione di mercato sul regolamento per favorire la nascita di nuove imprese innovative. Quindi, una consultazione sulla proposta di regolamento volta sia ad agevolare l’attività dei gestori dei portali online volti a sviluppare il crowdfunding per le imprese innovative, sia a garantire ai piccoli risparmiatori che aderiscano alle iniziative di crowdfunding un livello di tutela sostanzialmente equivalente a quello assicurato alla clientela retail dagli intermediari autorizzati alla prestazione di servizi di investimento.

Il è risultato un regolamento sulla ‘Raccolta di capitali di rischio da parte di imprese start-up innovative tramite portali on-line’: 25 articoli per definire norme e condizioni dell’equity crowdfunding in Italia. Un testo che definisce i requisiti e gli obblighi da rispettare per l’iscrizione al registro dei gestori dei portali online per la raccolta di capitali, e dà indicazioni sulle modalità di investimento. In particolare, le soglie indicate nel regolamento, volte a graduare gli oneri e favorire lo sviluppo del fenomeno crowdfunding, corrispondono a 500 euro per investimento e 1.000 euroannui per le persone fisiche, mentre salgono a 5.000 euro per investimento e 10.000 euro annui per le persone giuridiche.

Dunque, il governo decide di puntare sugli sconti fiscali. Senza tener conto del fatto che la startup è, per eccellenza, un impresa a rischio. Perché investe nel nuovo, perché osa e tenta di fare innovazione. Ma non è detto che la scommessa lanciata dallo startupper sia sempre azzeccata. Ecco un’altra ombra del decreto: gli sconti fiscali ci sono – in concreto, dall’Irpef lorda delle persone fisiche sarà possibile “detrarre” il 19% della somma investita nel capitale sociale di una o più start-up innovative, mentre nel caso delle persone giuridiche si ha una deduzione dal reddito imponibile del 20% della somma investita -, ma non sono previsti sconti anche sulle perdite. Misura che sarebbe tutt’altro che fantascientifica, dato che viene messa in campo in altri paesi.

L’Italia dunque arriva in ritardo su diversi fronti, dalla definizione normativa agli incentivi, e forse perde l’occasione di recuperare terreno prendendo il meglio delle politiche mondiali esistenti in materia.

Investment Compact

Se con il dl Sviluppo 2.0 entra in scena la startup, a circa tre anni di distanza a fare il suo ingresso nel panorama legislativo italiano è un altro concetto, quello di PMI innovativa. Il contesto è l’Investment Compact, che introduce novità anche per le startup.

PMI Innovative

All’articolo 4, vengono forniti la definizione e i requisiti delle PMI innovative. Si tratta di imprese e società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, le cui azioni non sono quotate su un mercato regolamentato, che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

Tre i requisiti individuati per la categoria di PMI innovative:

  • volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione uguale o superiore al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;
  • almeno un terzo dei dipendenti o collaboratori in possesso di una laurea magistrale, o un quinto del team formato da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori;
  • essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o un software registrato.

Se sussistono almeno due di tali requisiti, l’impresa può accreditarsi a unasezione speciale del Registro delle imprese. La legge elenca inoltre le informazioni che le PMI innovative devono indicare nell’autocertificazione per l’iscrizione nell’apposita sezione del Registro delle Imprese, che dovrà essere istituita presso le Camere di commercio.

La principale novità introdotta dalla legge è che le PMI innovative potranno accedere ad alcune delle semplificazioni, agevolazioni ed incentivi attualmente riservati alle startup innovative con il decreto crescita 2.0.

Fra queste:

  • deroghe al diritto societario, consistenti nella semplificazione di alcune procedure e l’esonero dall’imposta di bollo;
  • agevolazioni fiscali in favore di alcuni soggetti che intrattengono rapporti, a diverso titolo, con le PMI innovative;
  • accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo Centrale di garanzia,
  • sostegno specifico nel processo di internazionalizzazione da parte dell’agenzia ICE.

Inoltre, vengono estese alle PMI innovative anche le norme in materia di raccolta di capitale di rischio introdotte per le startup, consentendo che questa avvenga mediante portali online, con il cosiddetto equity crowdfunding.

La legge demanda a un successivo decreto del Ministero dell’Economia, di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico, l’individuazione delle modalità di attuazione di tali agevolazioni, che spettano anche alle piccole e medie imprese innovative che operano sul mercato da più di 7 anni dalla prima vendita commerciale, a condizione che presentino un piano di sviluppo di prodotti, servizi o processi nuovi o sensibilmente migliorati rispetto allo stato dell’arte nel settore interessato.

In base alla legge, inoltre, le persone fisiche che investono in questa categoria d’impresa potranno detrarre dall’IRPEF una percentuale delle somme investite, sia direttamente che tramite organismi di investimento collettivo del risparmio o di altre società che investono prevalentemente in startup innovative. Per i soggetti IRES è invece prevista la possibilità di dedurre dall’imponibile parte delle somme investite nel capitale sociale di imprese innovative.

Startup: modifiche al dl sviluppo 2.0

Un piccola ma importante modifica al decreto crescita 2.0 è contenuta sempre nell’articolo 4 dell’Investiment Compact: si tratta dell’estensione, da 4 a 5 anni, del periodo massimo di attività entro il quale la startup può godere dei benefici previsti dalla legge.

Inoltre, il testo prevede che la Fondazione Istituto italiano di tecnologia (IIT) possa costituire o partecipare a startup innovative e altre società anche con soggetti pubblici e privati, italiani e stranieri operanti nei settori funzionali al raggiungimento del proprio scopo.

Infine, è prevista l’istituzione, entro il 30 luglio 2015, presso il Ministero dello Sviluppo economico, di un portale informatico che raccolga tutti gli interventi normativi relativi al settore delle startup innovative. Tale piattaforma fornirà informazioni rispetto alle modalità di accesso ai bandi, ai finanziamenti e alle forme di sostegno offerte al settore, indicando anche gli enti di riferimento preposti come interlocutori dei vari utilizzatori.

#ItalyFrontiers

A startup e PMI innovative è dedicata la piattaforma #ItalyFrontiers, nata da un progetto portato avanti da Ministero dello Sviluppo economico, Infocamere, Unioncamere e Giovani Imprenditori Confindustria. La piattaforma si pone come una vetrina istituzionale per scoprire le opportunità di business in Italia e nel mondo, che offre l’opportunità di farsi conoscere da investitori e partner industriali, universitari, finanziari.

#ItalyFrontiers riunisce i dati disponibili nelle sezioni speciali del Registro Imprese dedicate a startup e PMI innovative con un set di informazioni inserite direttamente dalle imprese con firma digitale. Nello specifico, le aziende avranno a disposizione una scheda dedicata e personalizzabile, con tanto di video e informazioni su competenze, tipologia di prodotto o servizio offerti e link ai profili social. La piattaforma permette inoltre di cercare le startup e le PMI innovativeattraverso un motore di ricerca, che ne filtra il settore di attività, l’area geografica, la classe dimensionale (in termini di fatturato, capitalizzazione e addetti).

Link

Decreto sviluppo 2.0
Testo Decreto Sviluppo 2.0
Agevolazioni Start-up: le novita’ del dl 179-2012
Preconsultazione Consob su crowdfunding
Consultazione Consob su crowdfunding
Regolamento sulla raccolta dei capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali online
Circolare Agenzia delle Entrate n. 16/E dell’11 giugno 2014 – Chiarimenti sulle agevolazioni fiscali per start-innovative e incubatori
Crowdfunding: come funziona in Italia
Investment Compact: novita’ su PMI, startup, Patent Box e Sabatini bis
Startup e PMI innovative – nasce piattaforma ItalyFrontiers

da https://www.fasi.biz/it/notizie/approfondimenti/5029-tutti-i-finanziamenti-per-avviare-una-start-up-venture-capital-banche-incubatori.html#

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